Tra i sette colli, l'Aventino era quello più isolato e meno accessibile e, per la sua vicinanza d'antico porto fluviale dell'Emporium e al Foro boario, il colle ebbe anticamente carattere di quartiere plebeo e mercantile, e fu sede di una nutrita colonia di stranieri. In epoca medievale vi sorsero le chiese dei Santi Bonifacio e Aiessio, di Santa Prisca e di Santa Sabina, perfetto esempio di basilica paleocristiana anche se l'interno è stato profondamente alterato dal restauro di Domenico Fontana nel 1587 e di Francesco Borromini nel 1643.
Nel 1219 la chiesa fu data a san Domenico di Guzman e al suo ordine di frati predicatori, che da allora ne hanno fatto il loro quartier generale. E al ricordo di san Domenico sono legate due curiosità relative a
questa chiesa. Nel chiostro si trova un albero di arancio dolce che, secondo la tradizione, il santo portò con sé dalla Spagna nel 1220, sua terra di origine. L'arancio è visibile dalla chiesa attraverso un buco nel muro, protetto da un vetro, di fronte al portale ligneo, ed è considerato miracoloso perché, a distanza di secoli, ha continuato a dare frutti attraverso altri alberi rinati sull'originale, una volta
seccato.
Sempre a san Domenico è legata la storia della pietra nera di forma rotonda .presente su un colonna tortile a sinistra della porta di ingresso. È chiamata Lapis Diaboli, ossia "pietra del diavolo" perché, secondo la leggenda, sarebbe stata scagliata dal diavolo contro san Domenico mentre pregava sulla lastra marmorea che copriva le ossa di alcuni martiri, mandandola in pezzi. In realtà la lapide fu spezzata incidentalmente da Domenico Fontana durante il restauro del 1527 per spostare la sepoltura dei martiri.
Il vicino parco, chiamato Giardino degli Aranci per la presenza di numerosi aranci amari, si affaccia sul Tevere con un belvedere dal quale si può godere di una stupenda vista sul fiume, con Trastevere e l'isola Tiberina in primo piano, sul Gianicolo e il Vaticano sullo sfondo.
Il giardino, utilizzato anticamente come orto dai frati, è dentro le mura di cinta di quel che resta del castello Savelli, fortezza eretta nel X secolo. Limitrofo alla chiesa dei Santi Bonifacio e Alessio, nel 938 sorse, su
un palazzo turrito, un monastero benedettino che verso la fine del XII secolo passò ai templari.
Quando nel 1312 l'ordine dei Templari fu soppresso, il convento divenne sede dei Cavalieri di Malta con diritto di extraterritorialità. Dal buco della serratura del portale d'ingresso si vede, in una magnifica prospettiva, la cupola di San Pietro.