Costruita nel 312 a.C. da Appio Claudio, era considerata la regina viarum per la sua importanza e collegava Roma alla Magna Grecia, fino a Brindisi, importante porto verso oriente. In epoca romana iniziava da porta Capena, nei pressi del Circo massimo; oggi inizia invece da porta San Sebastiano, in corrispondenza della colonna che segna il primo miglio, e conserva ancora per ampi tratti la pavimentazione originale costituita da enormi blocchi di basalto vulcanico.
Lungo il suo percorso, nel tratto più vicino a Roma, sorgono numerose tombe e monumenti funerari di epoca romana e alcune delle più importanti catacombe cristiane (catacombe di San Callisto e di San Sebastiano).
Tra il secondo e terzo miglio della via Appia si trovano, invece, i resti della villa dell'imperatore Massenzio (con il circo e il mausoleo dedicato al figlio Valerio Romolo morto giovanissimo) e l'imponente tomba di Cecilia Metella, costruita da Metello Cretico per la figlia , nella seconda metà del I secolo a.C. Nel Medioevo la tomba, a torre cilindrica, fu inglobata in un castello fortificato.
Per le straordinarie caratteristiche storico-archeologiche e paesaggistiche del territorio intorno a questa importante via consolare, già nel periodo napoleonico emerse la necessità di istituire un grande parco archeologico tra il Foro romano e i Castelli romani, ma solo nel 1988 venne finalmente istituito il Parco regionale dell'Appia antica, grazie a una lunga battaglia iniziata negli anni Cinquanta da Antonio Cederna e Italia Nostra e portata avanti da comitati di cittadini per salvare dal cemento e dall'abusivismo questa preziosa porzione di agro romano.
Il parco, un'area protetta di 3400 ettari, comprende oggi i primi sedici chilometri dell'Appia antica, la valle della Caffarella, le tombe di via Latina e il parco degli Acquedotti dove è possibile ammirare imponenti strutture di acquedotti romani e papali.