Erano il centro della vita cittadina. Nati inizialmente come luogo di incontro e di mercato, andarono assumendo con il passare del tempo un carattere politico, religioso e giudiziario, con edifici dedicati a importanti funzioni pubbliche (Foro romano e Fori imperiali). Alcuni fori mantennero invece un carattere esclusivamente mercantile come il Foro boario (bestiame) lungo la riva sinistra del fiume Tevere tra Campidoglio e Aventino, e il Foro olitorio (per frutta e verdure) alle pendici del Campidoglio, vicino al teatro di Marcello. Il Foro romano si estende tra il Campidoglio e il Palatino, la sua origine risale al 600 a.C. con il comitium (luogo di riunione) destinato d'attività politica e un'area più a sud con funzioni di mercato. Intorno a questo primo nucleo nei secoli si andarono aggiungendo templi, basiliche, palazzi, portici, teatri, archi trionfali, statue e colonne. Era attraversato dalla Via sacra, lungo la quale si affacciavano edifici sacri, così chiamata perché veniva percorsa dai cortei religiosi e trionfali che si dirigevano al tempio di Giove
Capitolino.
I Fori imperiali si vennero sviluppando parallelamente al Foro romano, quando alla fine della Repubblica l'antico foro appare ormai insufficiente a rappresentare la capitale di un impero che si estende dalla Gallia
alla Siria.
Il foro più grande e spettacolare oggi visitabile è quello di Traiano, del 113 d.C. ultimo in ordine cronologico dei fori imperiali, forse opera di Apollodoro di Damasco, architetto dell'imperatore.
Il complesso monumentale si articolava su terrazze leggermente sopraelevate l'una sull'altra e la piazza centrale era chiusa sui due lati da portici colonnati, sul fondo dei quali si aprivano due grandi esedre semicircolari.
Di queste è rimasta visibile solo quella orientale in direzione dei Mercati traianei, grande mercato coperto con funzioni amministrative e commerciali, articolato su quattro piani.
Fanno parte del complesso la Basilica ulpia, che chiudeva il lato principale della grande piazza, e la famosa Colonna traiana. La colonna fu innalzata per celebrare la vittoria di Traiano sui daci ed è la prima colonna coclide, cioè a spirale. La sua realizzazione richiese una tecnica complessa e massimo coordinamento tra le maestranze per sovrapporre diciannove enormi rocchi di marmo del peso di quaranta tonnellate ciascuno, con quasi quattro metri di diametro, e di farli combaciare perfettamente, tenendo conto sia dei rilievi che della scala a chiocciola interna. I duecento metri del bassorilievo si arrotolano a spirale intorno al fusto narrando in centocinquanta scene la cronaca della battaglia, racconto ricco di particolari e denso di drammaticità, di valore eroico, di rispetto per i vinti rappresentati disperati ma fieri. Lo spessore del fregio cresce con l'altezza, da novanta a centoventicinque centimetri, in modo da correggere la deformazione prospettica verso l'alto.